Mi fidavo di loro, dello Stato,
ne facevo parte, ne contributivo
non avrei mai pensato potessero ingannarmi
mi fidavo.
Adesso che mi ritrovo con uno squarcio nella pancia
non posso lavorare
e sono io ad aver bisogno di aiuto
ma solo vengo lasciato
senza tutela ne comprensione.
Da otto mesi son costretto a vagare
per le vie della città
mentre ero abituato a toccare la terra,
ogni giorno.
Qualcuno per fortuna mi capisce
ma altri mi sputano addosso rabbia
ancora prima d’avermi visto,
giudicano.
Non ce la faccio più sono stanco
ma sono forte sì
ho speranza
la ruota della fortuna girerà ancora
per tutti,
ciò che ho dato verrà riconosciuto,
però sono arrabbiato
vedo gli immigrati aiutati, tanti che se ne approfittano
ed io niente,
ma so non è colpa loro
però mi chiedo il perché,
ciò crea inevitabilmente tristezza.
Sono forte sì, anche questo passerà.
Mi chiamo Davide
ho 61 anni
e mi piacerebbe stare un po’ in compagnia.