Lieta la notte passava
onde ricordavano gocce di sale
rocce arginavano e cantavano grilli
in lontananza luci di case,
contarono le dita , si scopri’ che
gli anni non sono distanti,
mossi sul tempo ma sempre qua siamo
giriamo per ritrovarci e respirare.
Vi ho visto litigare per un possesso
illusi che nulla potrà mai cambiare
voi due a cercare l’uscita dal vortice
remavate in direzioni uguali e contrarie,
invano l’uomo cadde nell’odio di sé
la donna cercava spiragli nel cielo
un altro giorno e sempre gli occhi a tacere,
i pescatori sull’ormeggio, una bicicletta ed il sole.
Sul cemento un fiore s’abbronza disteso
la candida pelle che muta è appassita,
in tanti a solcare acque sporche di fogna
ma non si vede che il bello ed i sorrisi scambiati,
accarezzare le mani di chi non hai baciato
sapere che c’è il modo di ingannare ideali
aspettare che l’ombra si muova per spostarsi
guardarti andare via a passi lenti sul prato;
veloce è il momento che sfugge come un pesce
nelle reti non quello, noi intrappolati,
boccheggiando in una vita che non c’appartiene
a galla i desideri ci controllano fragili.
Vola alta nell’azzurro tu stella scompari
il tuo ricordo turba e va bene così
mi chiedo che cosa rimanga
forse un’impronta sul letto del fiume.