Ammaliante si propaga il profumo del glicine
pietra rinfrescata da finissime dita
flutti scolpiscono come attenti scalpelli
filamenti del mare sono mani fra i capelli.
Nei riflessi d’un abitudine son vicino a quel che l’abita,
sudore, un brivido, il tuffo nudo, immersione,
due polipi catturati con l’inganno annunciano la salita,
su verso lunghe rampe al cielo poi adagio
il volo del piccolo biondo trionfa con spada sul demonio.
Sullo specchio il sole tramonta, è il lungo tappeto
che invita al cammino ma all’indomani scompare,
rinasce la pioggia e un profumo di-vino.
Ciclamini viola, campanule blu,
bianche margherite, fiordalisi rosa,
campanacci son di capre lente al pascolo la cena
contadini origliatori sbucano dal fitto come funghi a luna piena,
l’erba vien tagliata, si cura il giardino,
l’aria del pino e polveri di polline
confinano un vento che è gioco per la rondine.
Se queste immagini sincere non son nel porto
nessuna nave verrà attraccata, mai riposeranno le vele.